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adelphighétto (pl. -ti), s.m. (f. -ta, -te). In orig. denominazione della casa editrice immaginaria Adelphighetti, che ripropone in veste pregiata titoli snobbati dalle élite letterarie. || Estens. Si dice di persona che in pubblico ha velleità, aspirazioni e atteggiamenti culturalmente elevati, ma che nel privato consuma compulsivamente e con sentimento di vergogna prodotti culturali molto popolari. Per estensione, nel linguaggio fam. diventa una ammissione o uno smascheramento di comportamenti vissuti come vizi proibiti. Ti leggi quel romanzo rosa di nascosto? Ma non adoravi Proust? Sei proprio un a.!; Dopo lo spettacolo lirico avevo bisogno di riprendermi e sono andato di nascosto alle giostre… ebbene sì, sono un a.; Dopotutto gli italiani appena possono predicano bene e razzolano male… sotto sotto siamo tutti a. || Var. declinabile anche al singolare femminile (adelphighetta), plurale femminile (adelphighette) e plurale maschile (adelphighetti) • a-del-phi-ghet-to.

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